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Non mi considero un timido, ma piuttosto uno a cui piace l'"understatement", la discrezione. E l'apprezzo moltissimo anche negli altri. Ma attenzione, non la discrezione del non dire, ma quella dei toni discreti. Non sono il tipo che arriva con dichiarazioni roboanti, che fa automarketing di forte impatto scenografico. Non ricorro mai ad iperboli per vantarmi, preferisco che siano i fatti a parlare per me. E questo mi aiuta molto nel fare una "selezione naturale" gia' al primo approccio. Chi e' abituato agli "effetti speciali", chi e' sensibile a dichiarazioni auto-esaltanti, non e' colpito, per fortuna, dal mio modo di essere. E lo stesso e' per me, rifuggo chi vuol essere al centro della scena nel bene e nel male, chi ricorre a sotterfugi di dubbio gusto per conquistare la platea, il classico tipo che racconta barzellette ammiccanti e volgari durante le convention o le riunioni, o ti scrive in un messaggio "...non immagini quanto sia brava a letto, li faccio urlare tutti..". E cosi' la cerchia di amici, veri e virtuali, e' composta solo da gente piu' o meno come me, che agli esaltati sembrera' anche noiosa, ma che fa dell'avversione alla volgarita' il suo collante specifico, il suo tratto distintivo. Perche', come dice Annamaria, gli amici sono la famiglia che ci scegliamo noi. "Nobody came Father McKenzie, wiping the dirt from his hands as he walks from the grave No one was saved All the lonely people, where do they all come from? All the lonely people, where do they all belong? where do they all belong?"